SC Solighetto 1919
1902 - La Fondazione
Se uno sogna da solo, è solo un sogno,
se a sognare sono in tanti…….., il sogno diventa realtà.
All’inizio del secolo, quando sotto le ruote dei corridori passavano solo sassi, polvere e fango, le corse ciclistiche erano avventure inimmaginabili al giorno d’oggi, epiche gare che accendevano la passione popolare. Erano già più di cento, in Italia, le società sportive dedite al ciclismo, anche se le gare erano ad iscrizione libera e tutti potevano partecipare.
Viene senza dubbio spontaneo voltarsi indietro e tentare di ripercorrere i diversi momenti trascorsi da quando, con grande entusiasmo nel 1902 nasce la “Società Sportiva di Solighetto” (la più antica del Comune di Pieve di Soligo), un’associazione privata che si prefigge scopi puramente sportivi e dilettantistici dedicandosi principalmente al ciclismo senza trascurare il podismo, spesso abbinato nelle feste paesane di quel periodo.
Troveremo in seguito, nelle poche notizie rimaste, qualche atleta della società, protagonista appunto in gioventù come podista e nel primo dopo guerra eccellere anche in campo ciclistico.
La scintilla che ha fatto esplodere le sensazioni che si provano quando si sta per tagliare il tanto agognato traguardo sono state le epiche gesta di Giuseppe Garbuio, il primo corridore di Pieve di Soligo che ha saputo crearsi una fama ben oltre i confini del Quartier del Piave. Tale era la sua prestanza atletica e la sua fama che nelle corse locali veniva fatto partecipare fuori classifica. Il nome di Giuseppe Garbuio apparirà anche diversi anni dopo come collaboratore nell’organizzazione della Popolarissima di Treviso.
I fondatori di questa società, una decina di elementi in tutto, effettuava con le biciclette di allora, veri e propri raid, spesso senza alcun premio se non la soddisfazione di arrivare. Negli anni a seguire, il corridore più amato dal pubblico sarà Ermenegildo Mori, autore di diverse vittorie, anche se i compagni di squadra Ambrogio Possamai, Bruno Bottari, Guido Bottari, Giovanni Favero (Nani Miet) ecc… non sono certo da meno.
È proprio da alcuni diplomi di Gildo Mori, miracolosamente scampati all’insidia delle guerre, che si riesce a ricostruire l’organico societario del 1911: Presidente e starter, Antonio Bottari. Cronometrista, Attilio Fontana. Giuria: G. Bottari, Pietro Morgan, G. Salomon. Componenti: Paolo Possamai, Ferruccio Bottegal, Carlo Bertagnin, Francesco Da Vià, Emilio Fontana. Nel 1919, per unanime volontà dei soci e del Presidente Paolo Possamai il nome della Società fu mutato in quello attuale, S. C. Solighetto 1919, contemporaneamente all’affiliazione all’U.V.I. (Unione Velocipedistica Italiana).
Fin dai primi tempi della sua esistenza, nel rispetto del principio statutario che la voleva creata per la divulgazione dello sport della bicicletta, ha promosso ed organizzato gare nel campo dilettantistico ottenendo con i propri tesserati una messe di successi che l’hanno portata ad essere una società leader del settore. In questo primo dopoguerra le vittoriose gesta di Antonio Zago, Clemente Dall’Anese (Mente Penin), Mario Padoin, Giuseppe Viezzer, Luigi Favero (Ieto Miet), Giovanni Geronazzo ecc… creano l’entusiasmo tra i numerosi appassionati di questa giovane disciplina che appassiona adulti e bambini.
Tratto dal libro Centodieci